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Interprete per l’inglese: alla scoperta della lingua principe della contemporaneità
L’interprete è di per sé una professione piuttosto complessa: può sembrare una frase banale ma è vero piuttosto il contrario.
Questo vale a maggior ragione quando si parla dei servizi di interpretariato italiano-inglese, per i quali occorre possedere competenze che vanno ben oltre quelle apprese durante gli anni della scuola dell’obbligo.
L’inglese è la lingua più utilizzata per la comunicazione in molteplici ambiti; una tendenza che sembra confermarsi anche per il futuro. Oggi scopriamo qualcosa di più sul suo ruolo nella contemporaneità e su quello dell’interprete, naturalmente.
Perché l’inglese è la lingua più parlata al mondo
L’inglese è la lingua più parlata al mondo, nonostante l’incalzare del mandarino. Le stime recenti raccontano di 1,5 miliardi di persone; di queste, soltanto 400 milioni la usano come lingua madre.
Eppure non era così fino a circa 500 anni fa, quando a padroneggiare l’inglese era una percentuale ben più bassa della popolazione mondiale. Cosa c’è, quindi, all’origine di questo fenomeno che vuole l’inglese come una sorta di latino moderno, per fare un confronto con i tempi antichi? Scopriamo le ragioni che stanno dietro a tale fenomeno.
La semplicità dell’inglese
L’inglese rispetto ad altri idiomi parrebbe di per sé più semplice da apprendere. Le motivazioni dietro a questa affermazione sono diverse, a cominciare dal fatto che tutti noi ci troviamo quotidianamente ad assimilarne il suono e i vocaboli, diversi dei quali adottati anche dall’italiano.
La grammatica sembra inoltre di per sé più elementare rispetto a quella dell’italiano, del francese e dello spagnolo, figuriamoci se raffrontata a quella del tedesco.
Questo nonostante si tratti di una lingua di origine germanica, introdotta dalle popolazioni tedesche emigrate nelle isole britanniche nel V secolo a.C. Successivamente l’inglese si è “mescolato” con il latino e il franco-normanno, nonché con la lingua parlata dai Vichinghi, che invasero la Gran Bretagna nel Medioevo.
Le ragioni storiche
La diffusione dell’inglese è legata a ragioni prettamente storiche, a cominciare da quelle dovute alla nascita dell’Impero Britannico e al colonialismo. L’inglese è diventato la lingua ufficiale a livello amministrativo in molti Paesi: dall’India al Canada, passando per l’Australia e via dicendo.
Tra gli Stati in cui si è affermato come lingua ufficiale ci sono anche gli Stati Uniti che dopo essere riusciti a emanciparsi dalla madrepatria hanno contribuito in maniera esponenziale a diffonderla ulteriormente, a fronte di un’ascesa economica, militare e culturale avvenuta principalmente nel secolo scorso.
Una precisazione importante a proposito dell’inglese
Ma è proprio vero che ormai tutti parlano inglese? L’inglese più parlato è quello scherzosamente definito “globish”, una lingua a tutti gli effetti approssimativa, povera, appiattita sulla comunicazione essenziale.
Il globish, tuttavia, non è sufficiente quando si parla di mediazione linguistica, specialmente in ambiti in cui la terminologia e la precisione linguistica sono fondamentali, come quelli tecnici ed economici o, addirittura, legali.
In questo ultimo caso infatti non si tratta solo di mediare tra una lingua e l’altra, ma spesso anche tra sistemi giuridici differenti. Quello dei paesi anglosassoni è basato infatti sulla “common law”, vale a dire su una serie di precedenti casi, mentre quello “latino” è basato sul codice civile/penale. Chi traduce in ambito legale deve conoscere non solo la terminologia ma anche i diversi sistemi giuridici.
Interprete per l’inglese: alcune cose da sapere
Il lavoro di interprete e traduttore per l’inglese, tra i più richiesti, necessita dunque di un iter di studi complesso ed elaborato, a fronte di una formazione costante per quanto riguarda non solo la lingua in sé ma altri aspetti inerenti le tecnologie, il contesto di riferimento, ecc. ecc.
Possiamo perciò affermare che è pressoché la normalità per un interprete padroneggiare l’inglese, un po’ come avviene nel caso del pianoforte per i musicisti che fanno il Conservatorio. Si tratta, infatti, di una lingua che nella maggior parte dei casi rappresenta un po’ il punto di partenza nella formazione del professionista.
L’inglese è inoltre molto usato come lingua “pivot” per il relais, ad esempio, presso istituzioni come il Parlamento Europeo, quando non sono disponibili interpreti per ogni combinazione linguistica necessaria: in questo caso alcuni interpreti traducono nella loro lingua madre non dall’originale, ma dalla traduzione in inglese di altri colleghi.
Si tratta di un’operazione molto complessa e per la quale chi fa la traduzione inglese che altri colleghi usano come ponte deve essere estremamente accorto e abile per facilitarne il lavoro e permettere una trasmissione quanto più precisa e completa dell’informazione.
Nella maggior parte dei casi l’interprete per l’inglese svolge il suo lavoro come freelance, prestando il proprio operato sia in presenza, all’interno di una cabina, sia da remoto: un fenomeno che si sta diffondendo alla luce degli sviluppi delle moderne tecnologie. Inoltre, come abbiamo visto, il professionista è formato per collaborare insieme a interpreti e traduttori specializzati in altri idiomi, operando in equipe.
Gli ambiti in cui è più richiesta la professionalità di un interprete per l’inglese
Sono davvero tanti gli ambiti in cui viene richiesta la professionalità di un interprete per l’inglese, a cominciare da quello istituzionale. Anche le aziende di vari settori possono avere la necessità di avere al proprio fianco tale figura, a fronte di competenze specifiche a seconda dell’ambito di riferimento. Ecco un breve elenco dei rami dell’economia in cui questa figura risulta particolarmente richiesta:
- giuridico-legale;
- politico-istituzionale;
- retail;
- medico-farmaceutico;
- editoria e giornalismo;
- vari rami dell’industria;
- moda e design.
Ce ne sarebbero, in realtà, diversi altri ancora, in contesti quali fiere, corsi di formazione, meeting, ecc. ecc.
Come scegliere l’interprete per l’inglese
La scelta dell’interprete per l’inglese va fatta alla luce di molteplici fattori, a cominciare dalle altre lingue padroneggiate dal professionista: può infatti essere utile che conosca ulteriori idiomi rispetto all’inglese.
Dovrà poi saper lavorare in equipe: un aspetto a cui la nostra associazione di interpreti con base a Milano tiene molto. AMI è in grado di creare un team a misura del singolo evento e non mancano gli interpreti e i traduttori che padroneggiano perfettamente l’inglese.
Infine, diventa essenziale prestare attenzione al contesto di riferimento: l’interpretariato legale, per fare un esempio, necessita di competenze diverse rispetto a quello del settore agroalimentare.
Gli interpreti che si possono trovare in AMI fanno parte di AIIC (Associazione Internazionale degli Interpreti di Conferenza) e di AITI (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti ): realtà di riferimento nel settore. Per tutte queste ragioni rivolgersi ad AMI per trovare un interprete per l’inglese è senza ombra di dubbio una scelta che privilegia la professionalità.
Desideri ricevere maggiori informazioni? Contattaci al numero 02 86 45 04 62 o alla mail ami@milanointerpreti.net
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