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Il lavoro dell’interprete per il Parlamento Europeo
Non è la prima volta che su questo blog parliamo dell’interprete per il Parlamento Europeo. Lo abbiamo già fatto in un’occasione molto speciale: l’intervista a una delle socie di AMI, Valeria Zanconato, che ci ha raccontato la sua esperienza presso le istituzioni europee e all’interno di eventi prestigiosi come il G7, grazie a competenze linguistiche acquisite in anni di esperienza e di formazione e in grado di coprire “esattamente le lingue di lavoro di un G7, escluso il giapponese”.
Nell’approfondimento di oggi analizziamo più nel dettaglio quali sono i requisiti di un interprete per il Parlamento Europeo: una figura essenziale per garantire una comunicazione precisa, autentica e veritiera tra le parti, e che dunque va a influire sulle decisioni prese per conto dei cittadini.
Premessa: cos’è il Parlamento Europeo?
Prima di soffermarci sul ruolo dell’interprete per il Parlamento Europeo vi proponiamo una breve panoramica sulla natura e suo ruolo di questa istituzione. Ecco alcune cose che è importante sapere:
- il Parlamento Europeo o PE rappresenta, tra le sette istituzioni dell’Unione Europea (UE), l’unica eletta direttamente;
- le elezioni al Parlamento Europeo si tengono ogni cinque anni e interessano tutti gli Stati membri dell’UE;
- durante le elezioni del 2024 il numero dei seggi è diminuito: si è passati da 720 a 705;
- Il PE si occupa di approvare la legislazione in vigore all’interno dell’Unione Europea: un’operazione che viene fatta insieme al Consiglio dell’Unione Europea (il quale a sua volta rappresenta i governi degli Stati membri dell’UE) insieme all’approvazione del bilancio annuale e di quello pluriennale;
- ai parlamentari spetta l’elezione del Presidente della Commissione Europea;
- la sede ufficiale del Parlamento Europeo è Strasburgo, ma molte riunioni si tengono presso la sede distaccata di Bruxelles, dove avvengono la maggior parte dei meeting delle commissioni parlamentari.
L’importanza del ruolo dell’interprete per il Parlamento Europeo
Dalla panoramica precedente è facile intuire la complessità di un’istituzione quale il Parlamento Europeo, nella quale il lavoro di interpreti e traduttori ha una ruolo cruciale. A illustrare perché è lo stesso PE, in poche righe che raccontano più di mille parole:
“Il Parlamento europeo è stato spesso paragonato alla torre di Babele in termini di lingue parlate entro le proprie mura. Tuttavia, mentre nella torre di Babele la comunicazione non è riuscita, il Parlamento europeo non ha questo problema. La differenza è data dagli interpreti: essi fanno sì che i membri del PE parlino la propria lingua e vengano sempre compresi.”
Alla base c’è anche un altro fattore. Le competenze linguistiche non sono un requisito imprescindibile affinché qualsiasi cittadino di uno stato dell’UE possa essere eletto eurodeputato. Per questo motivo coloro che vengono eletti hanno diritto di scegliere quale lingua ufficiale adoperare durante le sedute.
Non deve quindi stupire, a questo punto, che il Parlamento dell’Unione Europea vanti il maggior numero di interpreti su scala planetaria. Si tratta, nella fattispecie, di circa 350 interpreti permanenti, a cui ne vengono affiancati circa altri 400 che lavorano come freelance durante i periodi di lavoro più intenso.
Il lavoro dell’interprete presso il PE
Agli albori del PE le lingue utilizzate per la comunicazione erano quattro (francese, tedesco, italiano e olandese); oggi sono venti, a fronte di 380 combinazioni possibili, un numero che risulta pressoché raddoppiato rispetto a vent’anni fa, ovvero al 2004.
Negli ultimi anni è inoltre aumentato l’uso del cosiddetto retour. Cosa vuol dire? Generalmente gli interpreti lavorano avvalendosi della propria lingua madre: un interprete italiano-tedesco, ad esempio, traduce sostanzialmente per la delegazione italiana.
Esistono, tuttavia, degli interpreti talmente qualificati in una seconda lingua da padroneggiarla come un madrelingua: la possono perciò utilizzare come tale durante l’interpretariato di una lingua appartenente alla propria combinazione linguistica.
È questo il caso anche di Valeria Zanconato, che presso il Parlamento Europeo ha un retour con il tedesco, oltre a tradurre all’interno della cabina italiana dall’inglese, francese, spagnolo e olandese.
Nel PE gli interpreti lavorano all’interno di cabine; vengono predisposti, per la precisione, tre interpreti per ogni cabina. Il team completo durante una sessione plenaria prevede invece 60 interpreti.
Quali sono i requisiti di un interprete per il Parlamento Europeo
Non basta conoscere più di una lingua alla perfezione per diventare interprete per il Parlamento Europeo. I professionisti si trovano infatti ad aggiornare costantemente le proprie competenze, per quanto riguarda la tecnologia, la terminologia e le problematiche spesso molto tecniche dibattute nel PE e nelle sue commissioni.
Il ruolo di interpreti e traduttori è in costante evoluzione all’interno dell’istituzione e richiede una padronanza anche relazionale, contestuale, delle sfumature, insomma, non solo di quanto concerne la comunicazione di informazioni in sé per sé.
Detto ciò, i requisiti essenziali che deve avere un interprete per il Parlamento Europeo sono quelli che seguono;
- conoscenza di almeno due lingue straniere, oltre all’inglese;
- laurea ed esperienza come interprete di conferenza;
- aggiornamento costante, linguistico e non;
- conoscenza degli argomenti trattati durante le sedute;
- capacità di tradurre velocemente nella propria lingua madre, come avviene di prassi nell’interpretazione in simultanea: non c’è tempo per dare un’occhiata a un dizionario né per un confronto con un collega.
Nota finale sull’interprete per il Parlamento Europeo
Per diventare interprete per il Parlamento Europeo è necessario frequentare e superare dei concorsi che presentano prove particolarmente complesse ed articolate.
Il team di traduttori e interpreti di AMI è attivo in Italia e all’estero, anche fuori dai confini di Milano dove ha sede l’associazione. Vanta al suo interno professionisti come Valeria Zanconato, da tanti anni tra gli interpreti ufficiali presso le istituzioni europee e internazionali. Ciò permette inoltre di creare delle équipe di lavoro personalizzate, a seconda della manifestazione e del progetto.
Per saperne di più sui servizi di interpretazione simultanea e consecutiva di AMI, nonché sul ruolo dell’interprete presso il Parlamento Europeo, puoi contattare il numero 02 86 45 04 62 o la mail ami@milanointerpreti.net
Foto di Erich Westendarp da Pixabay
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