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Traduttori e interpreti: dalla vocazione alla formazione
Oggigiorno gli effetti della globalizzazione, combinati con gli sviluppi della digitalizzazione, danno luogo a uno scenario in cui la conoscenza delle lingue si rivela di importanza fondamentale.
In questo contesto, le prestazioni di traduttori e interpreti devono essere di un livello qualitativamente molto alto, ma soprattutto assistiamo a una crescente richiesta di specializzazione.
Come si diventa interpreti e traduttori? Come per tutte le figure altamente qualificate è indubbiamente necessaria una vocazione: una passione per le lingue, curiosità e buone capacità comunicative.
La vocazione si deve però accompagnare a un complesso percorso di formazione, prima accademico e poi pratico, sul campo. Si tratta di un percorso diverso a seconda dell’ambito di riferimento e delle competenze specifiche che l’interprete/traduttore deve acquisire per lo svolgimento delle proprie mansioni.
Come si fa a diventare interpreti e traduttori?
Non esistono percorsi “obbligati” per diventare traduttori e interpreti in Italia. A traduttori e interpreti la legge non impone, come ad esempio ai medici, agli architetti o agli ingegneri, un esame di stato senza il quale non si può essere iscritti agli albi ufficiali.
Almeno a livello teorico, quindi, è possibile esercitare senza essere in possesso di un titolo specifico.
Ma perché il traduttore e l’interprete siano all’altezza del compito e sappiano gestire efficacemente la comunicazione interlinguistica è essenziale che abbiano alle spalle un percorso formativo mirato.
Non basta avere una buona dimestichezza con le lingue per diventare interpreti e traduttori, nemmeno se si è madrelingua.
Un buon punto di partenza è indubbiamente una laurea in lingue, almeno triennale e meglio ancora magistrale.
In alternativa, ma persino di pari passo, può essere accostata una formazione ancora più specifica presso una scuola di interpreti e traduttori come quelle che si possono trovare a Milano, Trieste, Roma e Bologna, per citare le più famose.
In questo modo si si ottiene una formazione a 360°, che presenta specifiche e importanti differenze a seconda della specializzazione scelta dal singolo professionista.
Anche se non esistono albi ufficiali per traduttori e interpreti, una buona garanzia della qualità di un professionista è solitamente l’affiliazione a un’associazione professionale come AIIC, Assointerpreti o AITI.
Che differenza c’è tra traduttori e interpreti?
La scelta di traduttori e interpreti qualificati è qualcosa di delicato: oltre alle competenze linguistiche è infatti essenziale considerare quelle di natura contestuale.
Da oltre 25 anni Ami mette a disposizione un servizio di eccellenza sia per quanto riguarda la traduzione che l’interpretariato, con la possibilità di scegliere di volta in volta il professionista più adatto.
La sede centrale è a Milano, città tra le più importanti a livello nazionale e internazionale, ma gli interpreti e i traduttori AMI sono attivi in tutta Italia e anche all’estero.
Un team di persone che si distingue per professionalità, costante aggiornamento e dinamicità, in grado di lavorare, oltre che in presenza, da remoto.
Desideri saperne di più su come si diventa interpreti e traduttori, ma anche per capire quali requisiti deve avere il professionista in base a una determinata tipologia di lavoro? Richiedi un preventivo o contattaci al numero 02 86 45 04 62 o alla mail ami@milanointerpreti.net
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